Jolanda è una volontaria che sta svolgendo il suo anno di servizio civile a San Paolo. Ci racconta le sue prime emozioni e la realizzazione di un “sogno”: l’adozione di Terra, un cucciolo che la seguirà in questa esperienza in Brasile

Da due mesi sono in Brasile a svolgere il mio anno di servizio civile universale, che in realtà è iniziato a giugno, con l’inizio della formazione durata due mesi. Sembrava che la nostra partenza fosse molto lontana, invece in un attimo ci siamo ritrovati dall’altra parte del mondo.

Faccio fatica parlare al singolare perché da quando ho conosciuto i miei compagni di servizio siamo diventati una famiglia.

Non sono arrivata subito a San Paolo, la mia sede di progetto, ma ho trascorso un mese a Belo Horizonte per ottenere carta d’identità e codice fiscale brasiliani, senza i quali non è possibile neanche avere una scheda telefonica.

Ho avuto l’opportunità di scoprire lo Stato di Minas Gerais, di cui Belo Horizonte è capitale, di conoscere persone, avvicinarmi a miei compagni di servizio, vivere con loro le prime uscite, i primi dubbi, le prime avventure. Ho conosciuto una Comunità in cui mi sono sentita a casa e che già mi manca. La Comunità di Belo Horizonte ha contribuito ad avverare uno dei miei più grandi desideri: adottare un cane, che ora vive con me e che porterò in Italia a fine esperienza. Si chiama Terra, è una cucciola di golden retriever di tre mesi, che è diventata subito la mascotte di tutti!

La mia vita a San Paolo

Oggi mi trovo finalmente a San Paolo, nel posto che chiamerò casa per i prossimi 9 mesi (anzi otto uno è già volato via).

La Comunità Missionaria di Villaregia a San Paolo – che è partner operativo di Comivis nello svolgimento del servizio civile – è immersa nella foresta Mata Atlântica ed è un posto enorme e molto verde. Può addirittura capitare che la mattina, uscendo di casa, ti trovi un cerbiatto, scimmie o lucertole giganti davanti alla porta! La natura è così viva e incredibilmente cruda.
Qui la Comunità ha impegni diversi, le strutture sono distanti ed è tutto più complicato, ma anche questo è sicuramente parte fondamentale del progetto: uscire dalla propria comfort zone, mettersi in discussione e forse anche un po’ complicarsi la vita. Altrimenti sarebbe noioso, no?

Al Centro per l’infanzia “Santa Julia”, dove trascorro la maggior parte del mio tempo, mi sono trovata subito a mio agio. I bambini sono un’esplosione di energia e curiosità e le persone che mi hanno accolto sono riuscite a trasmettermi con dolcezza un’idea di famiglia e di sicurezza. I brasiliani sanno accoglierti anche se non hanno nulla, se non ti conoscono, sanno comprenderti anche se non capiscono la tua lingua, vogliono davvero che tu stia bene nel loro Paese e che te ne possa innamorare; e forse stanno già riuscendo nel loro intento, almeno con me.

È passato troppo poco tempo per poter raccontare a fondo questo Paese meraviglioso e l’intensa esperienza che sto vivendo qui, ci aggiorniamo presto!

Con il cuore, Jolanda